© I testi poetici e tutti i contenuti appartengono a Massimo De Mellis
Massimo De Mellis
Si lasciano rapire
I poeti hanno la memoria troppo lunga
e i ricordi aguzzi si attaccano al cuore,
sono padri severi con se stessi
lenti a cogliere i frutti del cinismo.
I poeti imboccano sovente le strade
del dolore, sono testardi così le scrutano
del tutto, costi quel che costi
stanno bene nei prati della solitudine
certe volte si tuffano nei mari agitati
dell’umanità e non sono bravi nuotatori.
Ma in tasca, i poeti hanno uno zaffiro
con il potere di svelare incanti,
scorgono così la vezzosità della luna
che alcune sere mette abiti di gala
poi li sfoggia sopra passerelle argentate
o sulle curve pazienti delle colline
captano ammalianti canzoni
sul ritmo costante delle onde
o nella melodia degli scrosci
si lasciano rapire dai tramonti
acquerellati sulla scena del cielo
o dalla preziosità di un bacio.
Stanno lì, inquieti sul filo della vita
il loro animo è un’affollata stazione
i poeti pagano l’emozione
con la moneta sonante del dolore.
Su una nuvola
Di stanza in stanza muove,
fissa oggetti velati
dalla sabbia del tempo
si sporge alle finestre
cerca un fiore, il poeta,
d’infinito dipinto
con pinzette di sogno
parole al cielo appende
fuggite dalle torri
del cuore.
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Notte d’inverno
nel blu puntini d’oro,
spilli lucenti.
(haiku)
'¨¯¨'*•~-.¸¸¸,ø¤º
Luce che cinge,
di celeste s'adorna
nel dolce tondo.
(haiku)
aiku)
La neve plasmi,
in luccicanti sogni
ciuffi di luce.
(haiku)
*'¨¯¨'*•~-.¸¸¸,ø¤º